venerdì 4 ottobre 2013

Sai cosa significa essere un' estranea?
Sai come ci si sente in una classe dove tutti sono biondi e tu invece hai i capelli neri?
Sai cosa vuol dire quando l'insegnante chiede “Chi non è nato qui, alzi la mano!” e tu sei l'unica a farlo?
E poi, quando l'hai alzata, vedi che gli altri ti guardano e ridono?
Devi vivere in un paese che non è il tuo, per capirlo.
Sai cosa significa quando l'insegnante ti tratta come se anche tu fossi stata lì per tutta la tua vita?
Quando parla così veloce che non riesci a capire niente e gli chiedi per favore di andare più piano?
E quando lo chiedi, gli altri ti dicono “Se non riesci a capire, è meglio per te se provi in una classe più bassa”.
Devi vivere in un paese che non è il tuo, per capirlo.
Sai cosa significa stare dall'altra parte?
Quando indossi gli abiti che portavi nel tuo paese e tu li trovi carini, mentre gli altri pensano che tu sia pazza?
Devi vivere in un paese che non è il tuo, per capirlo.
Cosa significa essere una sfigata.
Cosa vuol dire quando qualcuno di da' noia, senza che tu gli abbia fatto niente?
Quando gli dici di smetterla e lui risponde che non ti ha fatto niente.
E poi, visto che non la smette, ti alzi e lo dici all'insegnante.
E lui nega.
E l'insegnante domanda al tuo vicino di banco.
E lui risponde “E' vero, non gli stava facendo niente”.
Così ti prendono per bugiarda anche i professori.
Devi vivere in un paese che non è il tuo, per capirlo.
Sai com'è quando provi a parlare e non pronunci bene le parole?
Quando dicono di non capirti.
E ti ridono dietro, ma siccome non capisci, ti metti a ridere con loro.
E allora ti chiedono “Ma sei scema a prenderti per i fondelli da sola?”
Devi vivere in un paese che non è il tuo, per capirlo.
Sai cosa significa camminare per strada e avere gli occhi di tutti puntati addosso, solo che non te ne accorgi?
E quando lo capisci provi a nasconderti, ma non sai dove perché gli altri sono dappertutto?
Devi vivere in un paese che non è il tuo per capirlo.

Noy Chou. 1984
Read More

giovedì 3 ottobre 2013

Dimagrire con le spezie


Ci sono molte persone che pur di perdere qualche chilo venderebbero l'anima al diavolo. 
In circolazione si trovano le diete più disparate, a volte evidentemente contrarie a ogni principio di corretta alimentazione, ma sono sicura che almeno una volta nella vita le abbiamo provate. Io personalmente mi ero affidata al "bibitone" proteico a sostituzione di un pasto, e con successo (anche perchè andavo in palestra almeno tre volte a settimana), ma come ho smesso di assumerlo (perchè iniziavo ad avere la nausea al solo vederlo) ho ripreso tuuuuutti i miei chili.
Ora che sono un po' più vecchia e un po' più saggia, ho sempre i miei chili di troppo ma non cerco più scorciatoie per perderli.
Evito diete che promettono di perdere tantissimi chili in pochissimo tempo, anzi, ho preferito puntare su un'alimentazione che è quella più giusta per il mio metabolismo, il mio stile di vita e i bisogni del mio corpo, che seguirò per il resto della mia vita e modificherò solo per l'avanzare dell'età. Ah, ovviamente l'attività fisica è inevitabile.
Una sana alimentazione non vuol dire pollo ai ferri e insalatina, lo sappiamo fin troppo bene che la dieta mediterranea è la migliore perchè più completa, ma non basta nemmeno questo. La sana alimentazione è quella più sana per noi stessi, prima bisogna imparare a conoscersi perchè ci sono moltissimi fattori che portano ad ingrassare.
Una sana alimentazione ha bisogno di essere gustosa. E come si fa a rendere gustoso un piatto senza usare troppi condimenti? Con le spezie.
Le spezie fanno bene, intanto sono buone, poi sono ricche di vitamine e di sali minerali, potenziano il nostro metabolismo e favoriscono l'eliminazione delle scorie attraverso le urine, sono digestive, alleviano i gonfiori addominali, inoltre ci permettono di ridurre l'uso di sale e condimenti che usati in dosi eccessive sono dannosi.
Le spezie possiamo berle in un infuso, usarle per insaporeire i dolci, per insaporire anche i piatti più semplici e alcune anche come sali da bagna, assieme al sale grosso.
Per sperimentare vi consiglio di provare dei mix di spezie, un esempio è il curry, perchè aumentate l'azione dimagrante ed essendo molto saporite aiutando a placare anche la fame nervosa. Inoltre ho letto che un professore della Duke University in North Carolina ha condotto uno studio, proprio sul curry, scoprendo che oltre a quelle dimagranti ha proprietà antinfiammatorie, rigeneranti dei tessuti e protettive del sistema cardiaco. 
Vi riporto un elenco di dieci spezie che possono essere utili, se associate ad una corretta dieta ed attività fisica, per il dimagrimento.
1. Aneto. 
E' una pianta aromatica abbastanza comune da noi, la si trova anche in vasetti e potete coltivarvela direttamente sul davanzale della cucina. Ha un'ottima azione diuretica che aiuta ad eliminare scorie e tossine, inoltre un infuso di aneto è un ottimo rimedio per i problemi di digestione e crampi allo stomaco.
2. Cannella.
Aiuta il corpo a bruciare i grassi, riduce il livello di colesterolo e i trigliceridi nel sangue, controlla anche la quantità di zuccheri presenti nel sangue, svolgendo quindi un'attività che contrasta diabete e iperglicemia. Queste sue proprietà sono sicure perchè testate su pazienti in pre-diabete, a cui è stato riscontrato un abbassamento della glicemia. E poi nei muffins alla mela ci sta proprio bene.
3. Cardamomo.
Accelera le funzioni metaboliche dell'organismo ed è utile per chi ha problemi gastrointestinali. Forse è ancora poco conosciuto, ma è ottimo nei dolci e nella verdura, lo si trova per lo più in semi. Ha un sapore molto fresco che lo rende  ideale anche da masticare dopo i pasti per rinfrescare l'alito.
4. Cumino.
Anche il cumino potenzia il metabolisma, ma più importante è efficace contro i fenomeni di fermentazione di zuccheri, carboidrati, proteine e lieviti. Chi soffrisse di disturbi legati a questa azione fermentativa può assumere giornalmente una tisana con due cucchiai di semi di cumino, sarebbero un grande aiuto.
5. Curcuma.
 Ho letto che la curcumina, componente della curcuma (ovviamente) ha delle proprietà magiche! Infatti pare riesca a contrastare l'accumulo di grasso nei tessuti adiposi, inoltre ha micronutrienti e antiossidanti che contrastano invecchiamento e alcune malattie. In commercio la si trova comodamente in polvere, la si può usare per arricchire il sapore di qualsiasi piatto, ma anche come sale da bagno (sempre con il sale grosso) per un effetto drenante.
6. Ginseng.
Qualche giorno fa ho cictato il ginseng in un altro post, quindi bisogna ammettere la sua utilità. Mi ripeto dicendo ancora una volta che è in grado di controllare glicemia e colesterolo, potenzia il metabolismo ed è energizzante.
7. Pepe (nero).
Forse la spezia più conosciuta e usata al mondo, ma di cui non conosciamo i benefici. Tutti i tipi di pepe contengono la piperina, il pepe nero più degli altri, che stimola metabolismo e termogenesi che favoriscono il dimagrimento. E' bene però limitarne l'uso se si hanno problemi di ipertensione, gastriti e ulcere.
8. Peperoncino.
E' abbastanza noto che il peperoncino aiuta a bruciare i grassi perchè stimola la digestione. La capsaicina, che ne determina anche la piccantezza, può stimolare il metabolismo e dare la sensazione di sazietà. Ho letto anche che riuscirebbe ad aiutare il corpo a riutilizzare il grasso accumulato trasformandolo in energia, ma non credo esista nessuna conferma ufficiale a quello che ho appena scritto.
9. Zafferano.
Ha una funzione molto simile a quella della curcuma, ma costa decisamente di più.
10.Zenzero
E' una spezia con ottime proprietà depurativa per il fegato e il sistema linfatico.Contrasta cellulite, ristagni e gonfiori. Aiuta la digestione e a combattere i bruciori di stomaco. Lo si può comrare in polvere o in radice e gratuggiarlo sul pesce, nelle verdure, nei dolci o in una tisana.



Read More

venerdì 27 settembre 2013

Treccia ripiena

Ricetta per la cena.
Questa, come tutte le mie ricette, è improvvisata. L'altra sera ho aperto il freezer ed era bello pieno! Devo ammettere che ho l'abitudine di cucinare la verdura in gran quantità e poi surgelare piccole porzioni, poi finisce cheriempio il freezer di qualsiasi cosa.... così ho deciso di cucinare quello che usciva da li. Ho trovato un rotolo di pasta sfoglia, delle coste, della verza e degli spinaci e ho unito tutto.
Ingredienti per 2:
- 1 rotolo di pasta sfoglia
- 500g circa di verdura a foglia verde (coste, verza, spinaci ...)
- 1 confezione di prosciutto a dadini
- aglio
- olio
- sale e pepe
- 1 uovo
- paprica e semi di sesamo

Preparazione:
Ho fatto soffriggere l'aglio in poco olio, e ho buttato dentro le verdure, ancora surgelate. Essendo già bollite, le ho fatte cuocere solo il tempo di  ammorbidirle, ho aggiunto il prosciutto a cubetti, ho salato e pepato e lasciato in caldo nella padella. Ho steso la pasta facendo un grosso rettangolo e poi ho creato delle strisce partendo dal bordo (lato lungo) andando verso l'interno, lasciando la parte centrale intera. Ho rovesciato nella zona centrale la verdura, ho rigirato le due estremità della sfoglia e ho incrociato i lembi laterali formando una treccia. Ho sbattuto l'uovo con un po' di sale e paprica, ho spennellato la sfoglia e poi ci ho lasciato cadere sopra i semi di sesamo. Ho infornato per 20 min a 200°C.
Buon appetito!
LL
Read More

mercoledì 25 settembre 2013

I CIBI CHE COMBATTONO LA STANCHEZZA

Purtroppo sta arrivando l'autunno e, come i vestiti nell'armadio, dobbiamo cambiare anche le nostre abitudini giornaliere.
In generale il fisico nelle stagioni in cui il tempo cambia (primavera e autunno) tende a sentire più acutamente la stanchezza e, in alcuni casi, questa stanchezza la sentiamo anche a livello mentale.
E' importante dedicare un po' di tempo all'attività fisica, qualsiasi attività. E' meglio scegliere uno sport che ci piace, che magari non aiuta immediatamente a tonificare e snellire ma che ci appassiona e lo svolgiamo in modo continuativo.
Inoltre bere acqua aiuta a immettere nel corpo una dose di sali minerali che contrastano la spossatezza. E' consigliabile berne almeno 1,5 litri al giorno.
Ovviamente l'alimentazione è altrettanto importante e la natura ci da un grossa mano!
Una corretta alimentaione ci aiuta sempre ad essere in buona forma fisica, alcune sostanze danno una mano in più proprio alla nostra energia: i carboidrati, che permettono la produzione energia immediata; il ferro, per mantenerla a lungo; il magnesio, per aumentare la vitalità; la verdura, per lassunzione delle vitamine; le fibre, per avere maggiore sazietà; i sali minerali, per un buon funionamento della tiroide, della pressione e il metabolismo. 
Quali alimenti contengono queste sostanze?
- CARBOIDRATI: come scritto sopra, aiutano un aumento immediato dell'energia. Purtroppo è necessario non abusarne dato l'alto livello di zuccheri che contengono, che può provocare l'effetto contrario, facendoci sentire fiacchi e spossati ... e in più cicciotti.
- VERDURA A FOGLIA VERDE: è ricca di acido folico che aiuta a combattere la stanchezza, ma anche la depressione. Quindi iniziamo con le scorpacciate di spinaci, coste, verza, cavolo, inslata, cicoria, etc., che non hanno nessuna controindicazione e possiamo mangiarne a volontà.
- LEGUMI: aiutano l'apporto di energia immediata e a lungo termine, doppiamente utili quindi. Inoltre sono ricchi di minerali (come il manganese) e vitamine. Un toccasana sono delle belle zuppe di fagioli, ceci e lenticchie.
- GERMOGLI: di germogli ce n'è un'infinità di tipologie: di lino, di soia, di girasole, erba medica, di fagiolo, di ravanello, di lenticchie, di senape, etc. Sono ricchi di antiossidanti che aiutano a drenare le tossine e i liquidi e  rivitalizzare il corpo. E' importante mangiarli crudi, la cottura infatti farebbe perdere tutte le loro caratteristiche nutritive.
- SEMI OLEOSI: di girasole, lino, senape, zucca, etc. Sono ricchi di manganese, magnesio, vitamine, ferro e rame.
- FRUTTA SECCA E CEREALI INTEGRALI: sono ricchissimi di magnesio, essenziale per l'energia. Inoltre danno un ottimo apporto di proteine. L'avena è il cereale più consigliato, ma anche farro, orzo e riso sono consigliatissimi. La frutta secca non è la stessa cosa della frutta essiccata! Mandorle, noci, nocciole, pistacchi, pinoli e anacardi sono frutta secca. Questi frutti sono anche ricchi di grassi, quindi è meglio mangiarne in quantità moderate.
- AGRUMI E FRUTTI DI BOSCO: questi frutti sono ricchi di vitamina C, che aiuta l'assorbimento dei nutrienti del cibo e combatte la stanchezza.
- YOGURT:  lo yogurt è importante perchè contiene probiotici, batteri e lieviti, che aiutano l'organismo sotto moltissimi aspetti, tra cui proprio l'aumento di energia.

Se una corretta alimentazione non è abbastanza, possiamo darci una spinta in più ricorrendo a dei rimedi, sempre naturali, che non rientrano nella dieta quotidiana.
- INFUSI DI CACAO: è ormai noto l'effetto benefico del cacao sul sistema nervoso, ma anche quello negativo sui fianchi. Diciamo subito che è il cacao e non il cioccolato quello che fa bene. Ormai è molto facile trovare in commercio il cacao in fave, da cui si può ricavare un ottimo infuso, altrimenti consiglio la vecchia tecnica del cucciaino di cacao nel latte.
- GUARANA': si trova in commercio in semi o in polvere. Lo potete aggiungere allo yogurt, ad un frullato o nel the (sconsiglio perchè è abbastanza cattivo). L'effetto è iperenergizzante perchè eccita in modo deciso i centri nervosi (3/5 volte superiore al caffè). Bisogna consumarlo con una certa moderazione, infatti può causare ipertensione, insonnia e tachicardia.
- GINSENG: la parte del ginseng davvero utile è la radice. Qui si trovano i ginsenoidi, con amminoaici, vitamine, minerali. Ha proprietà impoglicemizzanti, antiossidanti, immunostimolanti e aiuta la memoria e il vigore fisico. Anche in questo caso l'assunzione in persone a rischio di ipertensione è sconsigliato.
- SUCCO DI PRUGNOLO: l'ho scoperto recentemente e lo propongo perchè ha ottime doti come astringente, tonificante ed energizzante. Il succo è acidulo, consiglio di diluirlo con acqua o succo di frutta, ma contiene tannini, flavonoidi (che ultimamente sono considerati il segreto dell'eterna giovineza), vitamine.

Questi rimedi, ovviamente, sono utili se si tratta di spossatezza dovuta al cambio stagione, non sono medicinali e in caso di depressioni più importanti possono dimostrarsi anche inefficaci.

Enjoy your autumn!

LL
Read More

venerdì 20 settembre 2013

Tenerife e Fuerteventura: amo le Canarie!

Rieccomi finalmente!
Dopo una lunga latitanza dovuta a vacanze + matrimonio sorella, sono pronta a raccontarvi anche questo viaggio.Preparatevi, ci sarà da leggere parecchio!
La meta delle mie vacanze sono state le Canarie.
Per i pochissimi che ne ignorano l'esistenza, col nome Canarie si indica un arcipelago di sette isole situate nell'Oceano Atlantico. Nonostante siano molto più vicine alle coste africane che all'Europe, queste isole sono territorio spagnolo e spagnola è la lingua ufficiale, anche se il melting pot linguistico è una delle prime cose che si notano.
Questo arcipelago, relativamente giovane, è il risultato di eruzioni di vulcani sottomarini. Non vi dico che lotta tra le Canarie, Madeira e le Azzorre per conquistarsi il titolo di "Atlantide"! Tutte sono convinte che il mito si riferisca a proprio a loro.
Gli abitanti indigeni delle Canarie erano i Guanci, ma dal XV secolo furono divennero l'ambizione di quel popolo pacifico che era la Spagna all'epoca, che mandò grandi conquistatori, i quali nel giro di un secolo riuscirono a sterminare tutti gli indigeni.
Le Canarie nel tempo sono diventate crocevia per il traffico di schiavi, di merci e di fuggitivi (si dice infatti che molti dei comandanti nazisti in fuga verso il Sud America siano passati di qua per "ripulire" la propria identità). Negli anni '80 le isole hanno puntato tutto sul turismo, invogliando gli stranieri ad investire, il chè è allettante dato che si tratta di un piccolo paradiso fiscale ... ovviamente negli ultimi anni la crisi finanziaria si è fatta sentire in modo particolarmente intenso, tanto da trovare sparsi un po' ovunque gli scheletri di strutture turistiche mai portate a termine e abbandonate a se stesse. Fortunatamente l'economia è in ripresa, tornano gli investitori e gli stranieri che aprono attività commerciali attratti dal clima e dai ritmi rilassati delle isole (io sarei volentieri una di loro ad esempio).
Attualmente le Canarie si dividono in due province: quella ovest comprende Tenerife, La Gomerra, La Palma ed El Hierro ed ha capoluogo Santa Cruz de Tenerife, quella est è composta da Gran Canaria, Fuerteventura e Lanzarote ed ha come capoluogo Las Palmas. Queste isole non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra, si passa da vegetazioni tropicali e rigogliose della zona ovest ai territori aridi dell'est; l'unica cosa che accomuna tutte indistintamente sono i vulcani.
Noi abbiamo deciso di fare un mix, così abbiamo scelto due mete: Tenerife e Fuerteventura.
Siamo partiti il 21 agosto da Torino con la compagnia spagnola Vueling, con meta Puerto de la Cruz, sulla costa nord di Tenerife.
Il viaggio è stato lungo, abbiamo fatto scalo a Barcellona dato che non esistono voli diretti da Torino verso le Canarie, ma in aeroporto abbiamo cominciato la vacanza con cerveza y pinxos. Un ottimo inizio.
Siamo arrivati all'aeroporto di La Laguna alle 19 circa e ci siamo subito diretti al noleggio auto.
Da casa, avevo prenotato un auto per poter girare liberamente, poichè ho letto in diversi siti che i trasporti pubblici sono poco efficienti (ed effettivamente i cartelloni RENT A CAR sono ovunque). 
Per quanto riguarda l'auto prenotata per girareTenerife, l'ho prenotata tramite Orcar, al costo di un centinaio di euro per quattro giorni. Arrivati in aeroporto, nella zona del ritiro bagagli si trovano i gabbiotti delle diverse compagnie di autonoleggio, tranne quella di Orcar che si appoggia alla Autoreisen SL. Prenotando l'auto si deve dare il nome di una persona che sarà il guidatore, se si vuole aggiungere un nome si paga, se si vuole fare qualsiasi tipo di assicurazione si paga.Al banco l'impiegata ci ha chiesto i documenti, ha inserito gratuitamente il mio nome come secondo guidatore, ci ha indicato il tipo di auto, ci ha indicato il parcheggio e il numero a cui l'avremmo trovata (un parcheggio apposta per le compagnie di autonoleggio totalmente gratuito) e ci ha informato che l'auto aveva un quarto di serbatoio e noi avremmo dovuto riportala con la stessa quantita di benzina. Grazie e arrivederci.
Abbiamo messo piede fuori dall'aeroporto e per poco non ci viene un colpo! Sembrava di essere nel mezzo della Pianura Padana in pieno gennaio: una nebbia da non vedere dall'altra parte della strada, umidità al 100%. Ma 28°C.
Prendiamo l'auto, una Ford Fiesta del 2005 (un po' uno scassone), e partiamo verso Puerto de la Cruz. Ci siamo fermati a fare benzina, scoprendo che la benzian costa quasi la metà rispetto all'Italia. 
Le strade a Tenerife sono molto meglio delle nostre, una larga autopista collega tutte le città, non c'è mai traffico, la manutenzione è davvero efficiente. Non ci fosse stata una nebbia fittissima, in 20 minuti saremmo arrivati in città, ovviamente ci abbiamo messo un po' di più.
Siamo arrivati abbastanza facilmente al residence Apartamentos Pez Azul, un grosso complesso di monolocali situato nella parte alta della città. I monolocali sono essenziali: una piccola cucina/zona giorno, con tavolino e due sedie con un balconcino munito di tavolino sedie e stendino, divisa tramite una mezza parete traforata dalla zona notte, composta da due letti singoli un armadio e un comodino. Il bagno purtroppo non aveva nè finestra, nè ventola, ma la zona è molto sicura e l'appartamento davvero piccolino, quindi si possono lasciare sempre le finestre aperte. Inoltre l'albergo fornisce il wi-fi gratuito in tutta la strutture, in ogni camera c'è una tv e una cassaforte.
Ho detto che si trova nella parte alta della città, infatti Puerto de la Cruz si trova ai piedi del Teide, un vulcano altissimo (3718 m) che troneggia nel centro dell'isola, nella parte alta della città si trova la zona residenziale, in quella bassa si trova la città vecchia vicino al porto e una parte più nuova in cui svettano i grattacieli degli hotel. Il nostro albergo era diviso dal centro città da 138 scalini (!).
La prima sera, affamati e un po' presi male per la nebbia, abbiamo subito puntato al centro città e girando siamo finiti sulla frequentatissima passeggiata lungomare. Li abbiamo trovato il Rancho Grande, un grossissimo locale che fa cucina di ogni tipo: dalle grigliate e stufati di carne ai piatti di pesce, ma c'è anche una pasticceria. Abbiamo poi scoperto che ogni locale serve dalle colazioni alla cena ... tutto assieme ... a qualsiasi ora del giorno.
Un'altra scoperta che abbiamo fatto quella sera sono le papas arugatas y mojo: un tipo di patate locali che vengono fatte bollire in acqua salatissssssssima, che rende la buccia rugosa ... e gustosa, servite con questa salsa tipica canariana, composta grossomodo da peperoncino, aglio, cumino e concentrato di pomodoro. Ottima.
Mangiare a Puerto de la Cruz non è un problema, si trova ogni tipo di ristorante: dalla cucina spagnola, quella italiana, tex mex, kebab, ai tasca specializzati in tapas.
La cucina canariana è molto influenzata da quella africana e sudamericana, ovviamente sulla costa è prettamente a base di pesce, ma in tutti i locali di cucina tipica locale si trovano piatti a base di capra e formaggio di capra. Si perchè la capra è l'animale più presente in tutte le isole.
Il giorno seguente il tempo non era migliorato di molto, la mattina abbiamo fatto colazione in un "cafè parigino", la spesa per le colazioni seguenti e quindi abbiamo deciso di prendere l'auto e spingerci a ovest con meta Punta de Teno. Per arrivare in questa località bisogna percorrere la TF20 in direzione Icod de los Vinos, autopista che tocca diversi paesini dalle architetture tipiche e costeggia chilometri e chilometri di piantagioni di banani, e poi la TF42 fino a Garachico, da qui puntate in direzione Buenavista del Norde e seguire le indicazioni. Sulla guida della Lonely Planet c'è scritto "pensateci molto bene prima di raggiungere Punta de Teno dopo piogge abbondanti", ma non aveva piovuto e noi siamo andati tranquilli. 
Dovete sapere che per arrivare a destinazione si costeggia il crinale di una catena di montagne che creano una scogliera ripidissima a strapiombo sul mare, chiamate Los Gigantes. Uno spettacolo spaventoso e sublime allo stesso tempo. Ad un certo punto ci si rende conto di essere su una strada doppio senso, stretta, con crateri nell'asfalto e massi in mezzo alla strada. Si, la montagnuccia frana spesso e volentieri. Non vi nascondo che abbiamo fatto 15 minuti di viaggio in stato di seria inquietudine. Ma lo spettacolo che ci si è presentato dopo è stata una gran ricompensa! Sole, nuvole veloci, scogliere che si tuffano in un mare di onde che si infrangono e un vento che soffia ad una velocità tale da spostarti. La strada finisce e si prosegue a piedi, fino ad arrivare al faro, da cui si gode un panorama fantastico. Nonostante la strada poco piacevole, e il fatto che non ci sia assolutamente nulla, un buon numero di turisti sono sdraiati sulle rocce e fanno il bagno in una piccola caletta. Noi anche decidiamo di fare li il primo bagno. L'acqua è limpida, gelida, il fondale pieno di sassi appuntiti; il bagno quindi è veloce e dopo di che decidiamo di spostarci. Io propongo di andare a Masca, un paesino di montagna, che si trova li vicino ... massì dalla cartina sembra proprio a due passi! Andata! Vediamolo.
Non vi dico che fatica che ha fatto l'auto ad arrivare a Masca. La strada è tortuosa, sale fino a 1300 m, dove si trova questo paesino abbarbicato sulla cresta dei monti, da cui si gode un panorama stupendo (si vede addirittura l'isola de La Gomerra). 
Dopo esserci rifocillati con una limonata "casera" presa in un bar, che sconvolto dal nostro ingresso ha deciso di chiudere subito dopo, abbiamo deciso di tornare, anche perchè si era fatto tardi. La strada che avevamo appena fatto non ci ispirava fiducia, quindi abbiamo pensato di fare l'unica altra strada possibile. Bella idea di m***a! La strada saliva ancora e ancora e ancora! Con tornanti e, ovviamente, a strapiombo sul nulla. Io soffro di vertigini, ho detto tutto.
Verso le 20 siamo finalmente tornati a Puerto de la Cruz, doccia veloce e via in cerca di un ristorante.Passeggiando sul lungomare, pieno di locali, negozi e alberghi, ci siamo fermati ad un ristorante con un menu in 6 lingue diverse e un nome un po' strano: Marisquerìa La Cazuela.
Abbiamo assaggiato per la prima volta i gambas ajillo, deliziosi gamberetti all'aglio che ci hanno accompagnato per tutta la vacanza. La cena non è stata niente male, tutta a base di pesce, terminata con un ottimo mojto che il ristorante offre come digestivo.
Alle Canarie nei ristoranti non è obbligatorio lasciare la mancia e non si paga il coperto, però il pane costa e al conto finale viene aggiunta l'iva al 7%.
Devo dire che Puerto de la Cruz offre ottimi ristoranti, abbiamo sempre cenato in città e non ci siamo mai trovati male.
Il giorno seguente, 23 agosto, il cielo era sereno così abbiamo deciso di restare a Puerto de la Cruz e andare in spiaggia. La città offre diverse spiagge, alcune davvero piccole, altre lunghe e abbastanza profonde; non ci sono zone attrezzate con ombrelloni e docce, tanto meno cestini per l'immondizia. Tutte le spiagge hanno sabbia nera di origine vulcanica, con un grande pregio: non brucia. Per chi non volesse restare in spiaggia, in città c'è un grosso complesso di 7 piscine d'acqua salata (le 7 isole dell'arcipelago) aperto tutti i giorni, a cui si accede pagando un ingresso di 5 €.
Ci siamo goduti qualche ora di sole e bagni gelati, tra surfisti in attesa delle onde, ma nel primo pomeriggio il sole iniziava a essere troppo forte così abbiamo deciso di spostarci.
Siamo andati a visitare La Orotava, una cittadina coloniale situata sopra Puerto de la Cruz. E' ritenuta una delle località tipicamente "canariane" dell'isola grazie alle residenze in stile castigliano che si trovano in tutta la città. Molto suggestivo è il panorama su tutta la baia che si può ammirare dai belvedere, ma anche passeggiare per Plaza Constituciòn su cui affacciano la Iglesia de San Augustìn e il Liceo de Taoro (oggi centro culturale con un ristorante lussuoso) con il suo bel giardino. Proprio accanto si trovano i Jardìnes del Marquesado de la Quinta Roja più noti come Jardìn Victoria, affascinante giardino a terrazze che si sviluppa seguendo la collina. Consiglio di visitare anche Casa Lercaro, oggi divenuto ristorante e cervecerìa, e la Casa de los Balcones. Preparatevi però a una bella scarpinata tutta salita e discese.
Verso sera siamo tornati verso casa e ci siamo spinti nella zona del porto, dove si snodano strette calle, con edifici d'epoca e locaalini, ristoranti e tascas con animati dehor. Ci siamo fermati a cena a Los Tulipanes, un piccolo ristorantino gestito da persone squisite. La gentilezza e simpatia della proprietaria, unita all'ottima cucina (consiglio vivamente le croquetas e il pescado del dìa, soprattutto se si tradda di chipirones) l'hanno fatto balzare in cima alla lista dei ristoranti in cui abbiamo mangiato. La sera la città è molto animata: coppie, famiglie e gruppi di ragazzi si aggirano tra i negozi aperti fino a tardi, i localini dove vengono serviti drink e tapas, musicisti di strada. Non c'è sicuramente la vita notturna che caratterizza le cittadine del sud ed uscendo dalle vie del porto, battute dai turisti, si cammina per interi isolati senza incontrare nessuno.
Il 24 abbiamo deciso di dirigerci verso est in direzione di San Cristòbal de la Laguna. La Laguna è una grossa e brutta città, ma il centro storico così bello sa essere inserito tra i siti patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Effettivamente è suggestivo. Si cammina per strade con bassi edifici in stile "canariano", dai grossi portoni che affacciano sui patios e i balconi decorati. I palazzi più belli sono Casa del Montanes, Casa Salazar , la casa tutta blu del pittore Oscar Dominguez e la Casa de los Coronelos. Mi raccomando di non perdervi il Teatro Leal, spettacolo. Da qua ci siamo spostati verso Santa Cruz de Tenerife per dirigerci nal paesino di San Andres e la Playa de las Teresitas. Per arrivare bisogna oltrapassare il capoluogo, costeggiare l'enorme porto, una cava di pozzolana e un grossa raffineria. Giunti in fondo al paese di San Andres si vede questa luuuunghissima spiaggia, che non è nera poichè è stata creata artificialmente con sabbia importata da Fuerteventura. Dietro alla spiaggia c'è un comodo ed ampio parcheggio, gratis! La parte dell spiaggia più vicina al paese è molto frequentata e abbastanza sporca, con una bella barriera di imbarcazioni di pescatori davanti, ma proseguendo c'è sempre meno gente fino ad arrivare alla parte più a nord. In tutta la spiaggia ci sono palme, molto ambite dai bagnanti per l'ombra, è pieno di baretti che affittano sdraio e ombrelloni per pochi euro e non mancano docce, bagni e cabine spogliatoio. Inoltre sono presenti due centri di primo soccorso e una costruzione della polizia locale. Insomma molto ben organizzata. La spiaggia è uno splendore, l'acqua è limpida, freddina e molto bassa ... che devo dire è una caratteristica che in Italia trovo irritante, ma qui, dove la temperatura è fredda, è un piacere perchè si scalda più velocemente. Ci siamo goduti un bel pomeriggio di mare e siamo tornati al residence per una doccia. La sera abbiamo cenato nuovamente nella zona del porto al Kafka, un ristorante con uno stile che ambisce al minimal, poco riuscito. Abbiamo mangiato un ottimo fritto di pesce e mariscos.
Domenica 25 la giornata era nuvolosa, abbiamo approfittato del tempo per visitare uno dei tanti giardini di Puerto de la Cruz, il Jardìn Botanico. Il giardino risale alla fine del '700 e ospita piante provenienti da tutto il mondo, alberi secolari e gigantesche piante grasse ed aloe, piante acquatiche, fiori coloratissimi e tanti profumi. Non sembra grandissimo visto da fuori, ma dentro ci si perde ad osservare nei particolari queste piante così diverse dalle nostre, che si passano li ore intere senza rendersene conto.
Nel tardo pome abbiamo fatto una passeggiata in città, ci siamo fermati a fare aperitivo in un tasca con tapas e cerveza. Nelle isole c'è una piccola produzione di vini e birra. A Tenerife viene prodotta una birra che si chiama Dorada, mentre a Gran Canaria è prodotta la birra Tropical. Le tapas si trovano in ogni locale, ma le porzioni sono decisamente più abbondanti di quelle servite nella Spagna continentale. Il che sarebbe un bene, a meno che non ordiniate tapas con nomi che non conoscete e vi trociate a mangiare le caracoles: le lumache. Abbiamo salutato Tenerife trascorrendo la serata tra cervezas e tapas.
Il 26 abbiamo preso un aereo della Binter, compagnia canariota che usufruisce di piccoli aerei, e ci siamo spostati da Tenerife all'isola di Fuerteventura.
Se vi è mai capitato di leggere e interpretazioni che sono state date all'etimologia del nome dell'isola, sapete che tra queste c'è "Vento Forte". Bhe è sicuramente giusto.
Vi dico solo che è meglio affrontare il viaggio a stomaco vuoto. Se invece siete forti di stomaco, sappiate che durante il volo vengono servite noccioline tostate e caramelle, accompagnate da un bel bicchiere di acqua. Essenziale, ma comunque un bel pensiero.
La pista d'atterraggio di Fuerteventura si trova sul mare, precisamente a 200 m dal mare.
Anche in questo aeroporto siamo andati dritti agli sportelli dell'autonoleggio. Da casa avevo fatto una ricerca sul sito Noleggio Auto Fuerteventura, dove comparano le offerte di diverse compagnie e ti offrono la migliore. Abbiamo scelto l'Avis. Ovviamente quando si arriva al ritiro non danno mai l'auto che indicano sul sito, ma una simile. Noi abbiamo ricevuto una Skoda Citygo, uno scricciolo, ma nuova e tenuta molto bene. E per forza. L'Avis richiede 200€ di cauzione, che può trattenere tramite carta di credito o cash sul momento. Poi sono specializzati in una leeeeeggera pressione per spillarti 80€ come assicurazione per annullare la franchigia di 250€. Perchè ... si sa .... qua è pieno di turisti .... tutti guidano male ... fare un graffio è un attimo ... capita spesso ... e così almeno siete tranquilli ... Bhe a noi non è successo nulla. Una cosa però ve la consiglio: puntate alle 4X4!
Sbrigate le pratiche abbiamo preso l'auto e ci siamo diretti verso Caleta de Fuste, la cittadine dove avevo prenotato il bungalow. Quando ho prenotato ho fatto questo ragionamento: cerco da pernottare in un posto che sia situato più o meno a metà dell'isola per essere abbastanza comodo per poter raggiungere qualsiasi località in poche ore. Caleta de Fuste, o El Castillo, sembrava perfetta ... e poi a dire il vero non trovavo tanta altra scelta nella zona centrale. Poi ho capito perchè. A Fuerteventura i centri abitati non sono poi così tanti. Inoltre in questa cittadina i costi di bungalow e alberghi è davvero competitivo! E anche in questo caso ho capito perchè appena arrivati. E' a 8 km dall'aeroporto, sulla rotta degli arrivi. Insomma, ogni 30 minuti circa un aereo plana sulle teste dei turisti.
Perchè c'è da dire che El Castillo è una cittadina nata e cresciuta solo per i turisti, residence, villaggi, villette bifamiliari, ristoranti, negozi ... tutto solo per i turisti. E' evidente la mancanza di carattere del luogo.
Però devo ammettere che per il mio scopo è stata perfetta! Inoltre, col fatto che noi siamo stati sempre in giro per l'isola, non siamo mai stati troppo infastiditi dal traffico aereo (che inizia verso le 8,30 del mattino e termina verso le 9 di sera).
Arrivati al Bungalows Fuertesol, ci siamo sistemati nel nostro alloggio. Qui I bungalow sono belle casette una attaccata all'altra, con una piccola pergola davanti con un tavolo e due sedie, un locale living con divano letto e cucina, una camera da letto con una grossa armadiatura, un bagno con finestra e un'uscita sul retro con uno stendino a muro. Inoltre nel complesso sono presenti una grossa piscina, un bar e un minimarket aperti tutti i giorni. E' molto economico perchè nel costo non è compreso quasi nulla. La connessione internet si paga, la tv si paga, la chiave della cassaforte si paga, la caffettiera si paga, un ombrellone bordo piscina si paga.
Noi ci siamo tolti lo sfizio e abbiamo pagato 20€ per un abbonamento di 7 giorni alla rete internet.
Dato che tra una cosa e l'altra si erano fatte le 19, così ho proposto di andare a mangiare a Puerto del Rosario, il capoluogo, a una decina di km da Caleta de Fuste. La città è abbastanza grande e disordinata, evidentemente in crescita, ma non una città turistica. Io non ricordavo che fosse lunedì sera, ma non c'era un ristorante aperto! Passeggiando abbiamo notato che ci sono diverse sculture di artisti locali sparse lungo le strade e nelle piazze. Ci sono diverse zone all'aperto in cui si trovano attrezzi per fare ginnastica (cosa molto diffusa in Spagna) e una lunghissima pista ciclabile e pedonale gira attorno alla città e oltre.
Un po' rammaricati siamo tornati indietro, a El Castillo c'era l'imbarazzo della scelta tra ristoranti italiani, portoghesi, texmex, steak house, bar, eccetera. Dal mio punto di vista poco invitanti. Abbiamo scelto il tex mex e, con grande sorpresa, abbiamo mangiato un'ottima paella!
La mattina successiva siamo partiti verso la cittadina di La Oliva, vecchia capitale dell'isola, dove abbiamo visitato la Casa de los Coroneles. Questa era l'antica residenza degli ufficiali di stanza sull'isola, un edificio pittoresco (sembra uscito da un film di Bud Spencer e Terence Hill) appena fuori dai confini della città, che racconta storie di sfruttamento, abusi di potere e ribellioni popolari.
Ci siamo poi rimessi in auto e abbiamo raggiunto il faro nel paese di El Cotillo. El Cotillo è un paese di pescatori nella zona nord ovest, il mare è stupendo infatti attira talmente tanti surfisti che anche questo paese è entrato nelle mire dell'industria del turismo.
Una gita al faro la consiglio, dove è possibile visitare un piccolo museo interno, inoltre è stata attrezzata un'area con panche e tavole da pic-nic, di cui abbiamo approfittato subito.
Subito dopo ci siamo messi alla ricerca di una bella spiaggia. E c'è solo l'imbarazzo della scelta! A ovest di El Cotillo si estende una spiaggia molto lunga, per arrivarci si deve percorrere un tratto di sterrato, parcheggiare in uno degli spiazzi disponibili e fare una ripida discesa verso una delle spiagge (noi siamo andati all'Esquinzo). Il sole picchia, ma il vento anche è forte e il mare freddo, salato e ondoso. Le spiagge infatti sono invase dai surfisti, ma anche da campeggiatori con le tende e gruppi di giovani.
Abbiamo passato li tutto il pomeriggio ammirando le acrobazie dei surfisti e tentando dei rapidi bagni. Verso le 18 siamo ripartiti per tornare a El Castillo e farci una doccia. Però non ci andava di restare un'altra sera in quella che la guida LonelyPlanet ha gentilmente definito una specie di "California meridionale". Siamo andati a Corralejo. E' stato amore a prima vista. Nonostante ci siamo fatti 30 km nel buio più totale, ne è valsa la pena. La città è davvero carina ed eccentrica, con la più alta concentrazione di italiani di tutta l'isola. Si passa dalla vecchia zona del porto con i ristorantini e i loro "butta-dentro" alla lunghissima via centrale piena di locali, negozi, fast food, pub, alle zone periferiche in cui si susseguono i complessi turistici. 
Abbiamo cenato in un bel ristorante sul mare, La Playita, dove ci hanno portato le solite (e apprezzatissime) salse di accompagnamento e un fritto misto di pesce e frutti di mare.
La mattina seguente siamo tornati a Corralejo per prendere un catamarano per l'Isla de Lobos. Al porto ci sono diversi chioschi dove vendono biglietti per diversi tipi di gite in barca, tra cui il tragitto verso questa piccola isoletta. Il costo è sempre attorno ai 15€, ma con 3€ in più promettono una "crociera" per ammirare i fondali marini tramite lo scafo in plexiglass e nuotare con i pesci. Quest'isola si trova a 15 minuti di navigazione da Corralejo, il suo nome letteralmente significa isola dei lupi, in questo caso di mare, e si riferisce agli animali che vi abitano. In realtà si tratta di foche monache ... e comunque non ce n'è più nemmeno una dal '400, quando divennero cibo per l'equipaggio dell'esploratore francese Sieur de la Salle. Negli ultimi anni però si sta cercando di riportare le foche sull'isola. Noi siamo arrivati al piccolo molo, abbiamo fatto una passeggiatta in mezzo alla terra arsa dal sole, dove l'unica vegetazione sono piccoli arbusti secchi, e ci siamo diretti alla spiaggia: una caletta abbastanza ampia con acqua bassissima e calda. Davvero uno spettacolo. Purtroppo abbiamo deciso di fare la "crociera", che si è rivelata una manovra del catamarano per fare inversione, durante la quale non si è visto nulla, non un pesce, nessun tipo di vegetazione. Poi dalla barca hanno buttato in acqua pane e altro cibo, così i pesci si sono ammassati attorno a noi e tutti hanno potuto fare foto su foto, per i più coraggiosi erano a disposizione maschera e boccaglio (da pescare da un grosso scatolone di plastica) e nuotare tra i pesci ... il pane e gli altri scarti. Dopo 20 minuti di questo spettacolo (che io ho trascorso sul ponte della barca a bere una birra ghiacciata), siamo finalmente tornati a Corralejo e ci siamo rifocillati con due bei panini con chorizo all'ombra di un grosso albero.
Vicino Corralejo c'è un fantastico parco naturale (Parque Natural de Corralejo) che si estende per 10 km buoni a est della città lungo la costa, è un parco naturale di dune di sabbia. L'autopista FV-1 lo attraversa, sembra di attraversare il deserto ed effettivamente queste dune sono proprio sabbia del deserto africano che il vento ha trasportato sull'isola. Abbiamo lasciato l'auto lungo la FV-1, dove si può parcheggiare tranquillamente perhcè ha zone dedicate, e abbiamo camminato e camminato fino a raggiungere il mare. Essendo parco naturale, per km non troverete nulla se non sabbia e mare. Purtroppo la catena alberghiera RIU, che consiglio vivamente di boicottare perchè è specializzata in orrori edilizi, è riuscita a edificare due mostri giganteschi prima che la zona divenisse area protetta. Vicino ai mostri però ci sono aree attrezzate con bar, ombrelloni e sdraio, che funzionano così: prendi posizione dove ti pare, ogni tot passa un ragazzo con una memoria di ferro che, se non ti ha visto al giro precedente, ti fa pagare per il noleggio. Il prezzo più alto che abbiamo visto era di 9€ per due sdraio ed un ombrellone, per tutto il giorno. Inutile dire che il mare è fantastico, acqua cristallina, bassa per metri e metri dalla riva, sempre mosso e pieeeeno di pescetti. Finalmente ci siamo rilassati sotto l'ombrellone (e mi sono anche fatta una pennica niente male), abbiamo fatto un aperitivo con dorada y papas del chiosco della spiaggia, verso le 20 ci siamo dati una lavata, grazie a delle bottiglie che avevo riempito d'acqua la mattina, e siamo andati in città per un po' di shopping e cenare. I negozi sono aperti fino alle 23, ma, data la lentezza che caratterizza il servizio nei locali, consiglio di fare prima lo shopping e poi la cena. Per quel che riguarda i negozi, ce n'è per tutti i gusti: dalle botteghe dei cinesi, ai piccoli negozi di prodotti artigianali, a quelli specializzati per i surfisti, ai franchising più famosi.
Abbiamo cenato al Gregorio el Pescador (un nome una certezza), ottimo ristorante di pesce, con un personale molto gentile (e quasi tutto italiano). Avendo finito di cenare verso le 23,30, abbiamo fatto una passeggiata digestiva e siamo tornati verso casa stanchissimi.
La mattina seguente abbiamo ripreso il nostro zainetto con panini e acqua e siamo saltati sulla nostra macchinina verso la cittadina di Betancuria, primo insediamento creato dal colonizzatore bretone Jean de Bètancour, nel '400. La cittadina si trova nel centro dell'isola in una pianura circondata dalle montagne, per raggiungerla l'auto ha dovuto affrontare delle belle salite e si è dimostrata decisamente più affidabile della Ford di Tenerife, e non vi dico che panorami! Betancuria per me potrebbe essere il tipico paesino di Fuerteventura, case bianche, muretti a secco una bella chiesa col tetto scuro (Iglesia de Santa Maria), ma è difficile definire una tipicità nell'architettura dell'isola. American Star, arenatasi negli anni '90 di fronte a una baia della costa occidentale. Ci siamo avventurati alla ricerca del relitto, affrontando 1 ora di strada sterrata tra montagne e mare, tutta in prima (anche gli scoiattoli correvano più veloce di noi), con il pensiero rivolto alle 200€ di cauzione lasciate all'Avis, per giungere alla Playa de Garcey,  che ho scoperto essere abitata da un gruppo di persone che vive in vecchissime roulottes con curiosi (e orrendi) prolungamenti in plastica e lamiera. Qui abbiamo iniziato la ricerca dell'American Star e ci sembrava impossibile non vedere un mercantile, poi abbiamo scoperto che ciò che ne rimane è una piccola sporgenza a pelo dell'acqua che noi avevamo scambiato per uno scoglio. Che delusione! Tutta quella strada per niente! E abbiamo capito perchè non compare più su nessuna guida turistica.
Da qui ci siamo spostati a Pajara, una città in mezzo al nulla, dove abbiamo mangiato i nostri panini, con un certo appetito, all'ombra dei grossi alberi di fronte alla chiesa Iglesia de Nuestra Senora de Regla, una chiesa con una curiosa facciata di ispirazione azteca. Avevo letto tempo addietro di una nave arenata meta di molti turisti. Il mio ragazzo si è incuriosito ed ha fatto ulteriori ricerce, scoprendo che si tratta di una nave della II Guerra Mondiale, tramutata in mercantile,
Così siamo tornati indietro ... e che sollievo quando abbiamo visto la strada asfaltata!
Abbiamo puntato verso sud, a La Pared, che deve il suo nome probabilmente ad un muro che divideva la parte sud dell'isola da quella nord (le popolazioni indigene infatti erano divise in due tribù in guerra tra loro), ma non ci siamo fermati perchè la cittadina era davvero brutta e poi iniziavamo ad essere proprio stanchi. Così abbiamo proseguito verso El Castillo, facendo solo una piccola tappa al supermercato. Quando siamo arrivati "a casa" era ormai buio. Siamo rimasti in zona e abbiamo cenato in un ristorante di Caleta de Fuste, per poi tornare a goderci il fresco sotto il nostro pergolato.
La meta del giorno seuguente è stata il sud dell'isola, molto più verde della parte nord e con una maggiore concentrazione abitativa. Il sud infatti è una lingua di terra molto stretta, quasi tutta la zona ovest è parco naturale e non è abitato, qui non siamo arrivati perchè le guide sconsigliano vivamente di addentrarsi se non con fuoristrada, ci siamo fidati. Per la prima tappa, ci siamo fermati a Las Salinas dove abbiamo visitato una salina, ovviamente. La visita è stata interessante perchè spiegano nel dettaglio il procedimento per ricavare il sale, gli strumenti utilizati e la vita che ruotava attorno al lavoro di quella specifica salina, inoltre il biglietto ha un costo davvero minimo e siamo stati soddisfatti di aver finanziato questo piccolo museo. Io poi ero contenta di poter vedere da vicino i piccoli scoiattolini che vivono su questa isola senza alberi e si craeno le abitazioni nei cumuli di pietre, ogni tipo di cumulo. Da qui ci siamo spostati a Las Playtas per visitare il Faro de la Entellada, situato su un'alta scogliera da cui si gode di un panorama stupendo. Ci siamo spostati a  Morro Jable, grossa città turistica, con una lunga passegiata che costeggia l'altrettanto lunga spiaggia, un enorme viale centrale su cui affacciano chioschi, ristoranti e negozi. Ci siamo fermati giusto il tampo di pranzare vicino ad uno zoo abbandonato, ancora abitato da varie specie di uccelli tropicali e non, come pappagalli, aironi e strani esseri simili ad avvoltoi in mignatura, poi ci siamo diretti verso l'estrema punta sud, Punta de Jandìa, per visitare l'ennesimo faro (non so se si è notato che al mio ragazzo piacciono i fari!). Questo faro si trova su tutte le mappe turistiche, ma anche in questo caso abbiamo dovuto raggiungerlo tramite una strada sterrata, decisamente migliore di quella del giorno precedente, ma sempre poco piacevole. Il tratto di costa è chiamato Sopravente (il perchè è chiaro) con lunghe spiagge abbastanza selvaggie e difficili da raggiungere. Appena prima del faro c'è un paesino, El Puertito de la Cruz. Che bruttino! Quattro case e dieci roulottes arenate. Il faro è molto grande, con bar e zona attrezzata per pic-nic annessi, ma chiuso probabilmente dagli anni '90, perchè tutto è ricoperto da uno spesso strato di sabbia e polvere. Era ora di cercare una spiaggia! Siamo tornati indietro, abbiamo superato Morro Jable, dalla grossa autopista abbiamo preso un'uscita che porta a una delle tante spiagge che compongono la Playa de Sotavento de Jandìa, cioè l'intero tratto di costa tra Morro Jable e e Costa Calma. Meraviglioso! Nonostante il nome, la zona è molto ventosa, tanto che qui si svolgono i Campionati Mondiali di Windsurf.
Purtroppo il vento era tale da non potersi sdraiare sulla sabbia senza esserne ricoperti, ma è poco importante perchè il luogo è davvero affascinante. Dopo un bel bagno e aver ammirato un bambino che sfrecciava in mare con il suo windsurf, ci siamo diretti al chiringuito della spiaggia per il solito aperitivo con cerveza y papas. Dopo la solita doccia con le bottigliette d'acqua, ci siamo rivestiti e siamo tornati a Morro Jable per la cena, nella zona della città bassa, nel ristorante La Laja, consigliato dalla guida Lonely Planet. Ottime salse e ottimo pesce, molto bella anche la posizione: in fondo alla passeggiata del lungomare con un piccolo patio sul mare. La serata era animata da una festa di piazza, con musicisti e ballerini e ci siamo fermati anche noi. Il viaggio di ritorno è stato pesante, per il sonno!
In quattro giorni abbiamo girato, grossomodo, tutta Fuerteventura.
Il giorno seguente, abbiamo passato tutta la giornata a rilassarci sotto un ombrellone sulle dune di Correlajo e abbiamo cenato in città la sera, persso il ristorante Tanta Luna, gestito da un gruppo di ragazzi toscani che servono su un menù con poche portate, ma tutte molto elaborate nei sapori e rivisitate rispetto alla tradizione.
Domenica, l'ultimo giorno di vacanza, abbiamo dormito fino a tardi e siamo andati in spiaggia a Caleta de Fuste. Anche qua la spiaggia è piena di ombrelloni e sdraio a noleggio, ma la pulizia lascia molto a desiderare! (Non per colpa della gestione ma per colpa dei turisti, per esempio vicino a noi gli ombrelloni erano tutti occupati da inglesi che continuavano a fumare e sotterrare le cicche sotto la sabbia.)
Anche per la cena siamo rimasti vicino a casa, per cenare in un ristorante portoghese, non proprio pulito, dove abbiamo mangiato delle crepes di baccalà buonissssssssimeeeeeeeee!
Il lunedì mattina alle 7 eravamo già in aeroporto a consegnare l'auto (abbiamo riavuto la nostra cauzione sulla fiducia, perchè l'impiegata era sola al bancone e non poteva lasciarlo vuoto) e imbarcarci sul primo dei tre voli che ci hanno riportati a casa.
Le Canarie sono un posto stupendo per le vacanze e, a mio parere, anche per viverci. Il clima, la natura ancora predominante, il ritmo di vita, la gentilezza delle persone, la cucina mi hanno fatto amare queste isole, soprattutto Fuerteventura.
Se intendete fare un viaggio alle Canarie vi consiglio di noleggiare un auto perchè i mezzi pubblici difficilmente raggiungono le zone più belle da visitare, munitevi inoltre di zaini e scarpe comode perchè vi capiterà di stare fuori l'intera giornata e probabilmente camminare su strade accidentate, portatevi un'ottima crema a protezione solare e mettetela già la mattina prima di uscire perchè il sole picchia davvero forte. E soprattutto, se volete andare, chiamatemi che vengo anche io!

Enjoy Canarias!!
LL
Read More

lunedì 5 agosto 2013

CHEESECAKE TRE COLORI

Ciau!
La voglia di dolce non va mai in vacanza! Ma non voglio accendere il forno, quindi preferisco i dolci da frigo.
Oggi vi propongo una ricetta che ho palesemente copiato dalla trasmissione di Benedetta Parodi! ... con qualche piccola modifica.
E' un cheese cake golosissima!


Ingredienti:
- 2 confezioni di biscotti oreo (circa 300 g)
- 100g di burro (circa)
- 700g circa di formaggio spalmabile (io ho fatto un mix di ricotta e philadelphia ... perchè il philadelphia da solo non mi piace un granchè)
- 60g circa di zucchero a velo
- 1 vasetto di yogurt ai frutti di bosco (o altro frutto rosso)
- 4 fogli di colla di pesce (nella ricetta originale sono 3, ma usando la ricotta preferisco abbondare)
- 150 ml di panna da cucina (2 confezioni)

Ho preso una teglia a cerniera, l'ho imburrata e cosparsa di zucchero a velo.
Ho tritato i biscotti e li ho impastati col burro, non fuso ma solo lasciato fuori frigo (nella ricetta oltre al burro usano anche il  latte condensato ... ma a me non piace e non l'ho usato). Poi con le mani ho foderato col composto il fondo della teglia e l'ho riposta in frigo.
Ho unito i formaggi con lo zucchero a velo (ne ho usato circa mezza busta, ma consiglio di aumentare la dose se vedete che il composto rimane molto liquido ... cosa che può succedere se non si scola bene la ricotta) e l'ho divisto in due terrine, in una ho aggiunto lo yogurt, dandogli un bel colore rosa.
Ho ammorbidito i fogli di gelatina in acqua fredda, ho messo a scaldare la panna, l'ho tolta dal fuoco e ho aggiunto la colla di pesce, mescolando.
Ho diviso il composto tra le due terrine e le ho riposte in frigo per una decina di minuti, in modo che si addensassreo.
Ho ripreso una terrina e la teglia con la base dal frigo e ho iniziato l'assemblaggio: ho versato il composto di formaggio "bianco" sopra la base di biscotto e ho riposto in frigo per 20 minuti. Quando si è rappreso lo strato bianco, vi ho versato sopra lo strato di crema di formaggio "rosa" e ho rimesso tutto in frigo. 
L'ho lasciato per un paio di ore in frigo, togliendola 15 minuti prima di servirla, in modo che non si rilassasse troppo.

La mia versione è molto easy rispetto all'originale, quindi vi posto il video dell'originale.

E buon appetito!
LL




Read More

giovedì 1 agosto 2013

VITEO SHOWER

Il caldo mi rende latitante, ma oggi ho fatto una scoperta che non posso non condividere.
Parliamo quindi della Viteo Shower! Aka la doccia da esterno portatile.

L'ha inventata un designer belga-australiano di nome Danny Venlet, probabilmente perchè dove vive lui fa caldo e le case hanno tutte dei bei giardini e terrazze.
Trattasi di un piatto di plastica di 78 cm di diametro e circa 15 kg e un tubo di gomma con due attacchi. Funziona così: si attacca il tubo alla piattaforma e ad un rubinetto, si sale sul piatto et voila: un getto di acqua, proprio come quello della doccia, ma che parte dal basso fino ad una altezza massima di 4 m. Per interrompere l'emissione basta scendere dalla pedana. Semplice.
Se state cercando un'idea pre rinfrescare la vostra calda estate senza ferie, con un tocco di design lineare, Viteo Shower è la vostra risposta. Ho detto senza ferie, si. Perchè questa chicca costa la bellezza di 700 €! Se non avete tutta questa voglia di spendere tanto per rinfrescarvi in giardino, si può sempre usare la vecchia pompa per annaffiare il prato. Meno stilosa, ma di ottima resa.

Enjoy your summer!
LL

Read More
;
Powered By BLASTWEB · Designed By Seo Blogger Templates